LA 60° EDIZIONE DELLA BIENNALE ARTE: “STRANIERI OVUNQUE – FOREIGNERS EVERYWHERE”

LA 60° EDIZIONE DELLA BIENNALE ARTE: “STRANIERI OVUNQUE – FOREIGNERS EVERYWHERE”

04 MAGGIO 2024
LA 60° EDIZIONE DELLA BIENNALE ARTE: "Stranieri Ovunque"

Ritorna la Biennale Arte di Venezia per la sua 60° edizione , una delle esposizioni d’arte più importanti e visitate al mondo. La struttura dell’antico Arsenale di Venezia e il grande Padiglione Centrale dei Giardini ospitano il percorso tematico pensato e sviluppato dal direttore artistico, mentre i padiglioni all’interno dei Giardini sono divisi per nazioni, le quali sempre sviluppano il tema curatoriale. Oltre a questi due percorsi principali, sono presenti molti altri padiglioni in giro per la città e strutture dove si svolgono eventi correlati.
La Biennale ha aperto al pubblico il 20 aprile e chiuderà il 24 novembre 2024.

Come la scorsa Biennale ha portato la prima curatrice donna italiana, questa edizione presenta il primo direttore artistico proveniente dall’America Latina, Adriano Pedrosa , direttore del MASP (Museo d'Arte di San Paulo) . Un’altra novità è la presenza di nazioni che non avevano mai preso parte in nessuna delle edizioni precedenti: Repubblica del Benin, Etiopia, Repubblica Democratica di Timor Leste e Repubblica Unita della Tanzania; mentre Nicaragua, Repubblica di Panama e Senegal hanno un proprio padiglione dedicato.

Il titolo scelto dal direttore artistico è “ Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere ”, tratto dai lavori del collettivo parigino (ma con sede a Palermo) Claire Fontaine . Queste opere erano delle installazioni, delle sculture al neon che riproducevano le parole “Stranieri Ovunque” in diverse lingue. La stessa locuzione è stata usata da un collettivo torinese attivo in Italia negli anni 2000 che combatteva contro il razzismo e la xenofobia.

Secondo il curatore il titolo ha un doppio significato: da un lato allude al fatto che ovunque si vada ci saranno sempre degli stranieri, poiché gli esseri umani si sono diffusi un po' ovunque sul pianeta. D’altro canto vuol dire che dovunque uno andrà sarà sempre lui stesso uno straniero. Viviamo in un contesto complicato dall’identificazione in termini di territorio, nazionalità, genere, razza, sessualità, ricchezza ed altro, eppure un mondo dove esistiamo, ci spostiamo e ci confrontiamo.
Questo tema acquista una risonanza particolare a Venezia, città che ha sempre accolto gli stranieri essendo fulcro di scambio e di commercio; oggi abitata da circa 50.000 abitanti che possono diventare 165.000 in un solo giorno per il flusso di turisti e viaggiatori (stranieri) che la visitano.

Facendo un focus sul percorso curato da Pedrosa, esso è diviso in due parti tematiche chiamate “Nuclei” e divise anche cronologicamente: “ Nucleo Contemporaneo ” e “ Nucleo Storico ”.

Il " Nucleo Contemporaneo " si concentra su artisti contemporanei e parte dalla riflessione del termine “straniero”, che ha come radice la parola “strano”, qualcosa che nel profondo sappiamo distinguere e quindi ci è in qualche modo familiare. Ecco che quindi sono presenti figure che sono un po’ marginali all’interno della società e del mondo dell’arte: l’ artista queer , che si muove all’interno della sessualità; l’ artista outsider , autodidatta o folk, che non sempre riesce a trovare il proprio spazio; l’ artista indigeno , che è l’emblema delle persone considerate “straniere” nella propria terra.

Il " Nucleo Storico ", invece, si concentra sulle opere del secolo scorso, proventi dal cosiddetto “ Sud del Mondo ”: America Latina, Africa, Asia, oltre che dal mondo arabo. Conosciamo bene il Modernismo Euro-americano, mentre questo periodo della storia dell’arte nei paesi del Sud globale è stato appannaggio degli studiosi locali, per questo la scelta di raccontarlo. A questo filone tematico sono state dedicate tre sale, con un’opera per ogni artista.
La prima sala, intitolata “ Ritratti ”, contiene opere di 112 artisti ed è dedicata all’arte figurativa tra il 1905 e il 1990, dove il tema è quello della crisi della rappresentazione dell’umano.
La seconda sala è intitolata “ Astrazioni ”. Include 37 artisti e dimostra come l’astrazione sia cresciuta parallelamente ma con aspetti diversi da quella geometrica costruttivista europea, per privilegiare forme più organiche e curvilinee, colori più brillanti e accesi.
La terza sala è dedicata alla diaspora artistica italiana che è avvenuta nel corso del Novecento, dove saranno esposti 40 artisti italiani di prima o seconda generazione che hanno proseguito o costruito carriere in altri contesti come quello africano, asiatico o latino-americano. Il tema è quello del viaggio e della integrazione, della commistione tra culture diverse e geograficamente distanti.