Da tempi antichi l’arte si è interessata al volto umano. Dalle sculture delle prime civiltà orientali, dell’Antica Grecia o della Roma repubblicana, ai dipinti Rinascimentali dei più grandi maestri del Quattrocento che portarono il ritratto a vero e proprio status symbol − si pensi ad esempio al doppio profilo dei Duchi d ’ Urbino di Piero della Francesca o alla Mona Lisa di Leonardo da Vinci. Sempre meno naturalistico e sempre più introspettivo, le avanguardie avviarono un processo di decostruzione della fisionomica classica aprendo alle espressioni più disparate del contemporaneo: Pablo Picasso , Andy Warhol, o più di recente Francis Bacon, sono tra i più noti esploratori di questi nuovi linguaggi. Come probabile conseguenza della deflagrazione dei canoni figurativi nelle arti plastiche, dalla metà del Novecento la fotografia è diventata sempre più presente nella produzione di ritratti assurgendo a forma d’arte privilegiata nel raccontare la complessità del volto umano.
Ispirata ai grandi lasciti della storia dell’arte,
Elvira
(1990) combina le forme espressive d
’
eccellenza deputate alla ritrattistica, pittura e fotografia, in una personale visione che unisce tradizione e contemporaneità. Giovane artista, figlia d’arte nata in un piccolo villaggio della Cuenca spagnola,
realizza ritratti e autoritratti che nascono come azioni di body-art
,
dipingendo direttamente sui volti delle persone
che poi fotografa immersi in un particolare ambiente e atmosfera. Nella scelta della composizione cromatica e nelle forme disegnate, l’artista esprime le emozioni interiori che percepisce nei soggetti rappresentati; nelle pupille, unico dettaglio del viso che rimane intatto e puro, si riflettono invece la macchina fotografica, il paesaggio e la luce dell’attimo specifico in cui scatta l’immagine. Ogni ritratto racconta quindi molte storie, dalle vedute impresse negli occhi di chi osserva, che creano un ponte tra il
qui e ora
e l’eternità del guardare oltre, alle pennellate di colore che manifestano sensazioni e sentimenti condivisi tra l’artista, il soggetto rappresentato e l’osservatore
Le opere di Elvira , che la galleria Sist’Art presenta in esclusiva per gli ambienti del pluristellato ristorante Glam di Enrico Bartolini all’interno di Palazzo Venart a Venezia a Palazzo Venart , sono una selezione dei più caratteristici ritratti dell’artista. La prima sala ospita delle creazioni realizzate ad hoc e che portano con sé il riflesso della storia dei luoghi, dei sapori della cucina e delle intuizioni del loro creatore. Fanno da contraltare i 3 autoritratti di Elvira composti esclusivamente in bianco e nero - a eccezione degli occhi azzurri dell’artista, unico colore presente. Il viso dipinto di bianco si anima di gestualità enigmatiche sottolineate dal nero delle mani che ci invitano ad ascoltare, a cambiare prospettiva o semplicemente a contemplare. Ed è proprio con questa stessa attitudine di curiosità e ammirazione che anche i volti di chi osserva, di noi ospiti, sono invitati a lasciarsi andare nell’esplorazione della creatività: sia la cucina che si esprime attraverso sapori, consistenze e composizioni, sia il ritratto che associa colori, emozioni e luoghi, sono tutte opere d’arte di cui nutrirsi e avere piacere.
- Elvira - la scheda dell'artista sul sito Sist'Art
- Ristorante Glam a Palazzo Venart