STRANIERI OVUNQUE, CONTEMPORANEI PER FORZA

DALLA BIENNALE ALLA TAVOLA: RIFLESSIONI SULL’ESTRANEITÀ E L’IDENTITÀ ATTRAVERSO LA CREATIVITÀ

STRANIERI OVUNQUE, CONTEMPORANEI PER FORZA

22 MAGGIO 2024
STRANIERI OVUNQUE, CONTEMPORANEI PER FORZA

Si rinnova la collaborazione tra Sist’Art Gallery e GLAM di Enrico Bartolini con una curatela puntuale sulla relazione arte e cucina, ma che riflette anche i temi affrontati dalla 60esima Biennale arte dal titolo Stranieri Ovunque .

L’artista e lo chef hanno molte cose in comune, come la creatività, l’abilità tecnica, e l’intrinseca contemporaneità della loro creazione. Entrambi hanno il potere di creare qualcosa ex novo , oppure di riprendere e portare alla contemporaneità delle creazioni preesistenti, in un senso di continuità con il passato. Uno chef, per esempio, può ricalcare i passi di una ricetta consolidata ma apportando degli aspetti di contemporaneità: separando gli elementi e ricostruendola con un nuovo aspetto, utilizzando metodi di cottura contemporanei, etc. Ugualmente all’artista capita di attingere a delle opere d’arte del passato ma il cui potere comunicativo ancora riverbera nel presente. Farvi riferimento assume quindi diversi significati.

Nel Bistrot sono state installate due opere degli artisti Jisbar e Andrea Morucchio , i quali entrambi riprendono opere già esistenti ( Monalisa di Leonardo Da Vinci, Venere di Botticelli di Andy Warhol) come veicolo di messaggi contemporanei.

Il concetto di scomposizione è alla base della serie Puzzling di Morucchio , di cui fa parte la Venere. Andrea Morucchio è un artista veneziano, inizialmente fotografo si evolve poi come scultore, artista digitale e altro, trattando sempre temi di natura sociopolitica. Quest’opera è una ricostruzione dell’immagine della Venere per mezzo di piccole tessere originate da fotografie di ali di farfalla. La tecnica utilizzata si rifà a quella del mosaico e si ispira alla natura, ma ha un’origine del tutto digitale.

Jisbar , urban artist francese di enorme successo internazionale e con un grande appeal mediatico, a sua volta riprende l’iconica Monalisa e la circonda di riferimenti pop contemporanei e non, che estrae dal suo background culturale. Vari elementi convergono verso un equilibrio formale ma anche verso un messaggio, spesso contraddittorio, sulla società di oggi: i suoi obiettivi, i suoi desideri, i suoi quesiti.

Nel ristorante invece sono stati posti due lavori rappresentanti dei volti, opera degli artisti Gil Bruvel ed Elvira. Queste due opere rimandano al tema della Biennale , che racconta di un senso di estraneità nato dall’essere sottoposti continuamente allo straniero , e ad essere noi stessi stranieri ovunque . Questi due volti posti uno di fronte all’altro sono infatti due diverse rappresentazioni dell’essere umano, due immagini in cui possiamo sperimentare sia un senso di riconoscimento che di estraneità.

Lo straniero è un concetto che si origina per diversità, legata tipicamente a territorialità, razza, genere, lingua, ricchezza, libertà, e altro e si enfatizza in un contesto di socialità in movimento come il contemporaneo.

Gil Bruvel è un artista nato a Sidney, cresciuto in Francia e ora basato negli Stati Uniti. Apprende l’uso del legno dal padre ebanista e inizia il suo percorso artistico giovane. Realizza volti tridimensionali composti da listarelle di legno, che sembrano quasi dei pixel. I suoi volti sono pacifici, appagati, divertiti, facce molto rare in questa società mossa dall’insoddisfazione e dal desiderio di avere sempre di più. Proprio per questo ci sembrano dei volti quasi divini e sono un invito a guardarci dentro come individui, in un campo neutrale in cui l’estraneo non è ancora stato definito e possiamo comprendere quali sono i più profondi e sinceri impulsi che muovono l’essere umano in una condizione di pace e accettazione.

Infine Elvira , giovane artista spagnola che esegue auto ritratti dipingendosi il volto e poi scattandosi una fotografia, presenta qui un’opera in bianco e nero in cui invita a tacere dal titolo Be Quiet . L’invito al silenzio può avere molteplici significati, può essere provocatorio di un’imposizione: tacere anziché esprimersi per quello che si è, cosa che purtroppo accade in molti contesti di oggi. Può anche però essere un suggerimento ad ascoltarci, fermando per un istante il brusio del mondo intorno a noi.