Jorge Jiménez Deredia, nasce il 4 ottobre 1954 a Heredia,
Costa Rica, è uno scultore e architetto di fama internazionale, noto per la sua
capacità di fondere l'eredità culturale precolombiana con l'estetica del
Rinascimento italiano.
Deredia ha scoperto la sua passione per la scultura all'età
di 13 anni nel laboratorio del Liceo di Heredia. Successivamente, ha
frequentato il Conservatorio Castella, dove ha iniziato a sviluppare un
interesse per le forme organiche e l'arte precolombiana. Nel 1976 si è
trasferito a Carrara per apprendere le tecniche di lavorazione del marmo e dopo
il periodo di studio, ha deciso di stabilirsi permanentemente in Italia,
proseguendo la sua formazione presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara e
successivamente studiando architettura all'Università di Firenze dal 1980 al
1986.
L'opera di Deredia è profondamente influenzata dalla cultura
indigena del Costa Rica, dal Rinascimento e dalle sfere precolombiane della
cultura Boruca del Costa Rica. Queste sfere hanno ispirato il suo concetto di
"Simbolismo Transmutativo", che esplora la trasformazione della
materia attraverso il tempo e lo spazio. Le sue opere spesso rappresentano la
maternità e l'evoluzione della vita, utilizzando forme organiche e simboliche
come la sfera, l'utero e il seno.
Jiménez Deredia è stato il primo scultore latinoamericano a
collocare una scultura nella Basilica di San Pietro in Vaticano: la statua di
San Marcelino Champagnat, inaugurata nel 2000 alla presenza di Papa Giovanni
Paolo II. Attraverso le sue sculture, cerca di recuperare e rinnovare i valori
spirituali dei popoli indigeni, offrendo una visione che unisce l'individuo
all'universo. Il concetto di "Génesis" nelle sue opere rappresenta
l'evoluzione della vita e la transmutazione dell'essere umano, che egli descrive
come "polvere di stelle" in continua trasformazione.