STEFANINI
ALLA FINESTRA
1994, Acrilico, olio e stucco, 124x103cm
APERTURA
2016, Olio su tela, 70x100cm
ARCHITRAVE CON LUNA
1986, Acrilico su tela, 90x90cm
CERCHIO DI PIETRE
1990, Acrilico su tavola, 60x50cm
CIELO
1993, Acrilico su tavola, 40x50cm
CONCHIGLIA E MURO GIALLO
1986, Acrilici e pigmenti su tela, 100x80cm
IL CAPPELLO, DA "IL SOLDATO E LA FANCIULLA CHE RIDE" DI VERMEER
2013, Olio su tela, 80x100cm
IL MURO E LE OMBRE
1998, Acrilico e olio su tela, 80x70cm
IN GIALLO
2000, Acrilico e olio su tela, 150x150cm
IN UN GIORNO D'ESTATE
1976, Acrilico e Intaglio su legno, 70x80cm
LABBRA
1978, Acrilico e Rilievo su tavola, 50x50cm
MONUMENTO
1986, Acrilico e stucco su tavola, 70x60cm
OMBRE
1993-2004, Acrilico e olio su tela, 77x98cm
RICORDI ANCESTRALI
1987, Acrilici e tecnica mista su tela, 100x80cm
RITMI ARCHITETTONICI
1976, Acrilico e Intaglio su legno, 80x70cm
VIBRAZIONI
1978, Acrilico e Intaglio su legno, 80x70cm

Francesco Stefanini è nato nel 1948 a Pietrasanta (Lucca). Ha studiato al Magistero d'Arte di Firenze ed ha frequentato corsi internazionali di arti grafiche a Urbino.
Nel 1981 ha vinto il primo premio dell'Opera Bevilacqua La Masa di Venezia e viene invitato a partecipare ad una mostra al Museo d'Arte Moderna di Ca' Pesaro. Negli anni novanta ha esposto a Tokyo, Zagabria, Salisburgo, Praga, Vienna, Budapest, Mannheim, New York, Parigi, Pechino, Brisbane, Perth. Negli anni 2000 ha lavorato in Giappone per il Museo d'Arte Moderna di Shirakawa ed esposto con successive mostre a Tokyo, Osaka, Kyoto e Yokohama. È invitato ad “Oltre il Giardino”, alla XII Biennale di Architettura di Venezia.
Sino ad oggi ha esposto in più di novanta mostre personali e ha partecipato a più di trecento mostre collettive.
Nel 2015 gli è stato chiesto di realizzare una mostra antologica nella Chiesa di Sant'Agostino, nella sua città natale, Pietrasanta. Gli è stata dedicata, nel 2018, una mostra personale nel Museo Bailo di Treviso, recentemente restaurato.
Attualmente vive e lavora a Volpago del Montello.
“Il colore può tutto, il pittore segue il suo ritmo, ripetendo il gesto antico del posare una tela sul cavalletto. Faceva così anche Rothko nel suo studio di New York. La pittura era come una preghiera.” Marco Goldin